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Fame d’aria; nodo in gola. Oltre ad essere alcuni dei più comuni sintomi del virus, sono divenuti i disturbi dei nostri tempi.
Nulla sarà come prima; la pandemia ha sconvolto le nostre vite e rimarrà per sempre nell’immaginario comune. È il mese di Dicembre del 2020, quando in una città della Cina centrale cominciano a scoppiare casi isolati di polmonite atipica.
Fin qui nulla di rilevante. Questo virus comincia a diffondersi, a crescere, ad intensificarsi giorno per giorno. Nuovi contagi assalgono il Paese: le immagini sono ancora impresse nella nostra memoria. Ospedali al collasso, persone che hanno bisogno di aiuto, medici “immaturi” e spaventati dinnanzi a questa catastrofe.
Alla fine di Gennaio (2020), il Governo italiano, a fronte di questa emergenza, decide di emanare una circolare con la quale viene ordinato il divieto di atterraggio di tutti i voli provenienti dalla Cina negli aeroporti di Fiumicino, Ciampino, Pescara e Ancona.
L’emergenza è sotto gli occhi di tutti e l’Italia è totalmente impreparata. Non ci sono mascherine, né un Piano pandemico. Oltre alle già presenti carenze strutturali, si sovrappongono errori e atteggiamenti superficiali. Falli gravi nei quali il virus balzerà piegando il nostro Paese, uccidendo l’economia e pezzando migliaia di vite, che diverranno numeri alti nelle statistiche ufficiali.
Senza tamponi; taluni senza cure, diverse persone cadranno in uno stato di prostrazione e sopraffatti dal monotono trascorrere del tempo e dall’accettazione passiva della propria condizione.